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giovedì 20 dicembre 2012

Pausa feste Natalizie!

Saaaaaaaaaaaaaaalve a tutti!!! Mi scuso per aver tralasciato un pochino il mio adorato bloghetto, ma dovete sapere che la categorie delle commesse sotto Natale viene letteralmente schiavizzata e privata non solo di energia fisica ma anche di quella mentale!!!! perciò vi prometto che dall'inizio del nuovo anno (sempre se i maya non ci fanno secchi...)  partirò con nuove e vecchie recensioni!!! un augurio di Buone Feste a tutti!!

...e ingozzatevi di Pandoro!




martedì 4 dicembre 2012

Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore




Siamo nell’estate del 1965 più precisamente nel New England sull’isola di Penzance, dove vive la famiglia Bishop, composta da Walt (Bill Murray) e Laura (Frances Mc Dormand) sposati, ma infelicemente separati in casa, i loro tre figlioletti maschi e l’unica figlia femmina, la dodicenne Suzy  (Kara Hayward). Quest’ultima è un adolescente “problematica” , incompresa e triste, appassionata di letture fantasy ascoltatrice di buona musica e desiderosa di lasciare l’isola per avventurarsi nel mondo. Sull’isola si trova inoltre un campo scout guidato dal capo scout Ward (Edward Norton) dove Sam (Jared Gilman), un ragazzo orfano non sentendosi accettato dal suo gruppo di coetanei  spera di potersene andare presto dall’isola. Dopo essersi conosciuti ad una recita, Sam e Suzy diventano amici di penna, condividendo questo desiderio di scappare lontano e riuscendo nell’impresa di cominciare un’avventura tutta loro. Wes Anderson, regista di I Tenenbaum  nel 2001, non si fa parlare dietro, mettendo in scena una commedia romantica e spensierata incentrata sulle esigenze di due adolescenti maturi, e lo fa mettendo insieme surrealismo ed ironia in un modo più che naturale. Attraverso i primi minuti del film infatti vediamo una lunga carrellata all’interno di una casa per le bambole che descrive le abitudini di una famiglia fuori dall’ordinario che rimane però sconvolta dalla scomparsa di Suzy, che ci guarda e ci fa guardare spesso attraverso un binocolo, come a volerci rendere partecipi del suo potere magico,quello di poter guardare da vicino anche le cose più lontane, come quello che hanno le eroine dei suoi libri preferiti. Il tema principale è la fuga, di due anime innocenti che non vogliono altro che la libertà. Una fuga che ha il sapore di pura ingenuità e che involontariamente rimette insieme i cocci che all’inizio del film vediamo irrimediabilmente rotti, come l'improvvisa complicità del gruppo scout che decide di aiutare i novelli Giulietta e Romeo attraverso divertenti sotterfugi . Un film che può vantare un cast come si suol dire "d'eccezione" a cominciare dai già citati Bill Murray (già presente ne I Tenenbaum) e Frances Mc Dormand per finire con Bruce Willis che interpreta lo sceriffo Sharp, Tilda Swinton, Harvey Keitel e Jason Schwartzman nei panni dello strambo cugino Ben.

E ricordatevi di non uscire mai senza delle forbici per mancini!

giovedì 29 novembre 2012

Amour


Anne (Emmanuelle Riva) e Georges (Jean-Louis Trintignant) sono moglie e marito, insegnanti di musica ormai in pensione, entrambi ottantenni e ancora innamorati l’uno dell’altra. Sono coltissimi, amanti della musica e della filosofia e la loro vita scorre tranquilla e serena tra un concerto a teatro e la lettura di un buon libro, il tutto intervallato dalle sporadiche visite che la loro figlia Eve  (Isabelle Huppert)  si degna di fare e quelle che un loro vecchio allievo continua, nonostante il successo, a voler fare. Un giorno però Anne viene colta da un ictus che le causa la paralisi del lato destro del corpo. Comincia così per George una vita completamente diversa da quella precedente, adesso deve prendersi cura di Anne ormai invalida e far fronte ad una malattia che consumerà per sempre il corpo e lo spirito della sua adorata moglie, fino alla morte. Michael Haneke regista de “Il nastro bianco” racconta con una struggente delicatezza una storia d’amore e di dolore come poche ne sono state raccontate, e lo fa attraverso lunghi campi nei quali vengono riprese le stanze, unici set di una vita che è agli sgoccioli (non ci sono mai riprese esterne solo interne,appunto) ma soprattutto lo fa attraverso le gestualità estremamente aggraziate dei protagonisti, che si muovono in questo film come se fosse vita vera e che come tante vite vere non troviamo un happy end. Haneke, in Amour  vincitore della palma d’oro a Cannes 2012, racconta  di come il corpo umano viene schiacciato dalla malattia, e dell’umiliazione che quest’ultima infligge a chi ne soffre dell'indifferenza della società che spesso viene vista come unica giustificazione. Eccelsa l'interpretazione di Riva e Trintignan, attori di un certo spessore protagonisti anche nei film Tre Colori di Kieślowski rispettivamente in Film Blu e Rosso, che commuovono e colpiscono duro l'animo di chi sta a guardarli, con sentimento e raffinatezza. Un film intenso, lento che grazie a questa sua lentezza fa assaporare davvero il dolore e l’amore di un uomo. Finalmente un film che racconta sul serio ciò che viene annunciato nel titolo. 

giovedì 22 novembre 2012

The Apparition

Siamo nel maggio del 1973 quando un gruppo di persone si riunisce in una seduta spiritica per richiamare nella stanza  lo spirito di Charles Reamer. La seduta infatti prenderà il nome di The Charles Experiment.
Molti anni dopo, quattro studenti del college capitanati da Patrick (Tom Felton-Malfoy) decidono di ricreare The charles experiment con degli amplificatori per riuscire a catturare quante più entità possibili, ma qualcosa va storto e uno dei quattro scompare attraverso il muro.
Andiamo ancora avanti col tempo e poco dopo, troviamo Ben (Sebastian Stan- Mad Hatter)  e Kelly (Ashley Greene- Cullen), una coppia giovane e innamorata che decide di andare a vivere insieme nella casa che i genitori di lei tenevano in affitto anni prima. Le cose però  cominciano ad andare male (Ma no??), Kelly si accorge subito di strane presenze che si aggirano nell'abitazione causando gravi danni, comincia a trovare le porte spalancate, (che siano fantasmi claustrofobici?)  e gli armadi in subbuglio (o magari sono solo maniaci dell'ordine..) e strane muffe (... muffa...) attaccate alle pareti della casa. Kelly scopre che Ben era stato a sua volta partecipe della seduta, ai tempi del college e che voleva andare a fondo a questa storia. Di conseguenza arriva Patrick, ormai ossessionato dall'entità, con la teoria secondo la quale i fantasmi si manifestano attraverso l'energia elettrica che aiuta la coppia tentando di riportare il fantasma nel suo mondo, invano, infatti l'entità è ormai troppo forte ed intelligente per essere battuta dagli umani, perciò rimane impunita e ultima ''sopravvissuta''.
Ora, io pensavo che Kristen Stewart fosse una pessima attrice, probabilmente perchè in Twilight è lei la protagonista, ma Ashley Greene..... probabilmente è di gran lunga peggioree tra l'altro molto somigliante alla "cognata"! Una recitazione, e qui ci metto anche Sebastian Stan (che invece è credibilissimo nel ruolo di Cappellaio Matto nella serie tv Once Upon a Time) davvero dilettantesca, sguardi malinconici, patetiche urla e atteggiamenti al limite della parodia sono solo il contorno dell'ennesima storia sui fantasmi e sulle sedute spiritiche. Troviamo inoltre qualche scena ripresa in soggettiva che fa molto The Blair Witch Project e il messaggio iniziale che rammenta The Texas Chainsaw Massacre.  Miei cari, Stan, Greene e Felton, tornate ai vostri generi fantasy che forse vi calzano di più e lasciate l'horror a chi ne capisce!

Bad!

giovedì 15 novembre 2012

Il riccio


Paloma Josse (Garance le Guillermic) è una ragazzina intelligente, colta e proveniente da una famiglia ricca e sta per compiere dodici anni. Abita in Rue de Grenelle numero 7 e il principale scopo della sua vita è quello di non finire come "i pesci nella boccia", animali innocenti e stupidi che girano in tondo tutto il giorno cozzando tra di loro senza arrivare mai a un punto finale. Prende la decisione, quindi, di suicidarsi il giorno del suo compleanno. Il suo compito prima del suicidio, è quello di fare un film su ciò che la circonda, come la sua famiglia apparentemente felice e le altre persone che vivono nel palazzo, un po’ come un documentario di denuncia su quanto può essere spesso povera interiormente la società odierna.  Renèe Michel (Josiane Balasko) è la portiera dello stabile in cui Paloma vive, una donna dall’aspetto trascurato, la cui unica gioia è quella di leggere seduta al suo tavolo con una barretta di cioccolato fondente vicina. Renèe è una donna colta, anche se non si direbbe, conosce gli autori russi e i registi giapponesi, sa conversare di filosofia e di arte, sebbene nessuno s’intrattenga mai a parlare con lei. Fino al giorno dell’arrivo del signor Kakuro Ozu, un elegante uomo giapponese appena trasferitosi nel palazzo, che inizia subito a manifestare un sincero affetto verso la burbera portiera.  Proprio grazie al signor Ozu le vite di Paloma e di Renèe sembrano inevitabilmente intrecciate e porteranno le due protagoniste a vivere una candida amicizia, basata su un rapporto sincero e senza pregiudizi. Paloma la considera come un riccio, un animale con gli aculei, pronto a far male chiunque si avvicini, ma in fondo “ferocemente solitaria e terribilmente elegante” e secondo lei, Reneè è l’unica ad aver trovato il suo nascondiglio, o meglio l’unica ad aver trovato il suo posto, in quel mondo fatto di indifferenza. “Il riccio” diretto da Mona  Achache  e uscito nelle sale nel 2009, è sostanzialmente un’ora e mezza di pura raffinatezza, chiaramente il film ha diverse discrepanze con il libro, come ogni trasposizione cinematografica (questo non mi stancherò mai di dirlo), ma riesce a catturare con estrema grazia tutte le piccole imperfezioni di una vita costruita su determinati valori, ma passata a viverla come dietro le quinte  di un teatro.
 Renèe, infatti, si stupisce quando un’inquilina del palazzo vedendola più curata nell’abbigliamento e con i capelli sistemati,  la saluta con un”salve gentile signora" e Ozu le fa notare che non l’ha riconosciuta perché probabilmente non l’ha mai guardata, essendo appunto una persona la cui esistenza non era altro che un fugace sguardo attraverso la portineria. Un film piacevole che porterà verso un finale dolce amaro, il quale sarà motivo di riflessione per la piccola Paloma sul fatto che forse, morire e lasciare questo mondo non è del tutto giusto se poi quando ce ne andiamo, è qualcun altro a soffrire al posto nostro.

domenica 11 novembre 2012

Che fine ha fatto Baby Jane?




Siamo negli anni dieci del '900, Jane Hudson (Bette Davis) è una bambina prodigio, talentuosa e promettente che nonostante la sua tenera età sta per diventare la stella dei teatri di tutti gli Stati Uniti. Ha davanti a se una fulgida carriera costellata di successi e vanti grazie anche alle cure di suo padre, suo produttore/agente. 
Jane però è anche soprattutto una ragazzina viziata sempre pronta a far capricci e a non voler mai sentirsi dire di no, al contrario di sua sorella Blanche (Joan Crawford) sempre timida e mite, che silenziosamente segue la carriera della sorellina senza lamentarsi. Ci spostiamo velocemente negli anni ’60 e troviamo un palese mutamento della situazione, Blanche è una ricca e affermata attrice costretta su una sedia a rotelle a causa di un misterioso incidente d’auto accaduto anni prima e Jane invece ormai dimenticata, comincia a perdere colpi e ad avere seri problemi mentali che la portano, a essere anche violenta con la sorella. Le due vivono insieme nella casa che il padre aveva lasciato in eredità, Blanche, però è costretta da Jane a vivere in isolamento all’ultimo piano, poiché a causa della sedia a rotelle non può scendere la grande scalinata che la condurrebbe al piano di sotto. 
La vita di Jane è in netto declino, ormai nessuno ricorda più la bella bambina che cantava nei teatri e distrutta da ciò, comincia a bere e a provare un odio smodato per sua sorella proibendole non solo il contatto fisico/visivo con il pubblico, ma anche quello telefonico e quello per corrispondenza, negandole i pasti e picchiandola spesso, portando Blanche a chiedere aiuto ai vicini spesso senza risultati. Jane continua la sua vita come se niente fosse nonostante i suoi problemi psicologici decidono di ricominciare a lavorare come cantante assumendo un pianista spiantato (Victor Buono) per fargli da accompagnatore nelle sue lezioni di canto. Progetto che durerà ben poco, e quando una domestica comprende lo stato di segregazione nel quale era costretta la povera blanche, la situazione degenera nell’ennesima violenza e in un omicidio. Dopo aver ucciso la domestica Jane, porta Blanche quasi moribonda su una spiaggia, lasciandola morire così sulla sabbia.
"Che fine ha fatto Baby Jane?" è un capolavoro in bianco e nero del 1962 diretto da Robert Aldrich e tratto dal romanzo omonimo di Henry Farrell. Un film decisamente tra il grottesco e il grandguignolesco che vede protagoniste sulla scena due delle più grandi e magnifiche attrici della vecchia Hollywood tra l’altro acerrime nemiche fin dall’inizio delle loro brillanti carriere e forse proprio per questo così azzeccate. Un regista abilissimo appunto a raccontare il declino di una carriera, con cinismo, scavando a fondo nelle turbe psichiche sia di Jane sia di Blanche, nonostante la debolezza di quest’ultima sia fondamentalmente fisica.   Meravigliose le scene in cui vediamo il soggiorno di Jane divenire un palcoscenico, il lampadario che funge da occhio di bue, che la illumina e la mostra in tutto il suo essere patetico, con il pesante trucco e il fiocco in testa, mentre canta la canzone "I written a letter to daddy" che l’aveva resa celebre a dieci anni. Quello che però sconvolge è la rivelazione che Blanche ormai quasi esanime fa a Jane raccontandole che molti anni prima era stata lei stessa la causa dell’incidente d’auto, infatti Blanche colta da un raptus, probabilmente stanca dalle continue prepotenze di sua sorella, aveva tentato di investire Jane che aveva avuto la fortuna di rimanere illesa e di dimenticare tutto per via dello shock , ma il forte impatto contro un cancello aveva causato la rottura della spina dorsale di Blanche.  Che fine ha fatto baby Jane non può non ricordare un altro celebre film di Billy Wilder Viale del tramonto, nel quale la protagonista Norma Desmond non  accetta il suo declino professionale. La cosa più importante però è l’interpretazione della Davis, perfida all’inizio e quasi indifesa verso la fine, così strepitosa e spaventosa allo stesso tempo, in grado di mettere una certa agitazione addosso allo spettatore, a causa anche della continua agonia di Blanche che tenta di scappare e chiedere aiuto invano, un po’ come nel film "Misery non deve morire" .
Un cult degli anni '60 da vedere, a mio parere, obbligatoriamente, non ci sono scuse, se non l'avete visto è inutile parlare di cinema con me. 

Jane Hudson: "..Allora in tutto questo tempo..avremmo potuto essere amiche.."

Bette Davis: " Joan Crawford? il primo caso di sifilide a Hollywood!"

lunedì 5 novembre 2012

Non ti muovere


Timoteo (Sergio Castellitto) è un bravo e meticoloso chirurgo, il quale in una mattinata piovosa viene avvertito che nella struttura in cui lavora, è stata trasportata con urgenza una ragazzina di appena quindici anni, vittima di un incidente in motorino. Quella ragazzina è Angela, sua figlia, che come tutte le mattine aveva salutato, forse distrattamente prima di andare a lavoro. Nell'attesa durante l'operazione che decreterà la guarigione o la morte di sua figlia, Timoteo come in un lungo monologo ci racconta un pezzo del suo passato, quando più giovane di vent'anni aveva incontrato, per puro caso, Italia una giovane donna, povera e abitante in una borgata romana dimenticata da Dio. Timoteo - a sua volta uomo perseguitato dal ricordo di un’infanzia infelice- violenta Italia (Penelope Cruz) come preso da un raptus e quel gesto sarà l’inizio di una tormentata relazione formata da passione, violenza e anche da un amore sincero e puro, che Timoteo non riusciva più a provare per la sua bella e benestante moglie Elsa (Claudia Gerini). Una relazione che lo porta a riflettere sulla sua vita e su quanto si senta inadeguato nell’ambiente borghese, finto nel quale sua moglie lo aveva ormai trascinato da anni, e su quanto invece possa sentirsi vivo nella semplicità di un rapporto con una donna che non pretende nulla, che a sua volta era stata vittima di violenze da parte di altri uomini in passato e che probabilmente ama davvero. Italia rimane incinta di Timoteo che sulle prime le chiede di abortire, senza pensare alle reali conseguenze quando poi sarà troppo tardi Italia abortirà davvero, grazie all’aiuto di una zingara di borgata e morirà per setticemia. L’uomo resta sconvolto dalla sua morte che rappresenta anche la fine del Timoteo spensierato e felice e manterrà sempre vivo il ricordo di Italia quasi come una morbosa ossessione.
Non ti muovere che vede alla regia proprio Sergio Castellitto e tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, è stato uno dei migliori film del 2004, per la drammaticità dei temi riscontrati dalla violenza sulle donne all’aborto, alla morte. Lo è stato sicuramente anche per una interpretazione in particolare, quello di Penelope Cruz. Una esecuzione davvero inaspettata quella della già famosissima attrice spagnola, che riesce a calarsi nel ruolo di Italia questa donna dall'aspetto poco avvenente, un po' rozza, trascurata, ma con gli occhi dolci e stanchi di chi ha vissuto la vita a stento, in maniera stupefacente, grondando talento da tutti i pori mettendosi in gioco e recitando interamente in italiano, arrivando ad emozionare come non aveva mai fatto nella sua lingua originale. Tutto questo grazie alla supervisione di Castellitto che con il suo modo di recitare così spontaneo e naturale come appunto nel monologo finale quando prega sua figlia di non muoversi, di non morire perchè lei è l'unica cosa per la quale vale ancora stare in questo mondo, fa di Non ti muovere un’eccellente ed emozionante pellicola


“ Non lo so dove vanno le persone che muoiono ma so dove restano. ”



sabato 3 novembre 2012

IT - Il pagliaccio


Come tutti ormai sanno IT non è stato un film, bensì una miniserie televisiva, mandata in onda divisa in due puntatone, nel lontano 1990 diretta da Tommy Lee Wallace (già ultra famoso per Halloween III - Il signore della morte e Ai confini della realtà) e tratta dal romanzone di quel geniaccio di Stephen King.
Siamo nel 1960 a Derry, una piccola cittadina del Maine, dove una strana, mostruosa creatura uccide dei poveri bambini innocenti, solitamente sotto le sembianze di un inquietante pagliaccio con tanto di naso rosso e tutina colorata, di nome Pennywise (uno STRABILIANTE Tim Curry) che si risveglia ogni 30 anni.
 Il protagonista dodicenne Bill detto il balbuziente, dopo la morte del suo fratellino Georgie provocata proprio da IT (in inglese è il pronome con il quale generalmente ci si riferisce alle cose, infatti Pennywise è una cosa astratta niente di facilmente riconducibile ad un essere umano) insieme alla banda dei perdenti, composta da Beverly la figlia del bidello della scuola e sempre presa in giro dalle sue coetanee, Ben il grassone, Richie famoso per le sue battute comiche, Eddie spaghetti il timoroso, Stanley lo scout e Mike, decide di dover assolutamente porre fine alla lunga serie di omicidi una volta per tutte uccidendo il malefico Pennywise che a sua volta aveva tormentato ed attaccato tutti e sette. Facendosi la solenne promessa di tornare immediatamente a Derry qualora si verificasse il ritorno di IT. 
Le due puntate si muovono nel tempo andando quindi dagli anni '60 agli anni '90, in questi ultimi troviamo la banda dei perdenti effettivamente cresciuta, Bill è diventato uno scrittore, Ben un architetto, Richie un comico della tv e via dicendo. L'unico rimasto a Derry, Mike scopre che IT è tornato a colpire e che trent'anni prima avevano solo creduto di averlo definitivamente ucciso. Ecco quindi che tutti, devono tornare ad affrontare di nuovo le loro più grandi paure perchè di questo si tratta. Paure. I sei -Stan non riuscendo ad affrontare nuovamente la paura si suicida- però, riusciranno con la stessa forza che avevano avuto in passato a reagire e a uccidere il mostro.
 C'è da analizzare però il personaggio di IT che in fondo non è nient'altro che il proiettarsi delle
paure che si hanno nell'età infantile e nell'adolescenza, la paura del buio, dei ragni, dei fantasmi, delle mummie. Una creatura capace di portare all'esasperazione la sua vittima proprio attraverso la sua più grande paura, che nel romanzo viene addirittura nominata come "La divoratrice di mondi", proveniente addirittura da un universo differente.La miniserie ha ricevuto molte critiche, soprattutto per la non fedeltà assoluta al libro, personalmente sarebbe stato impossibile concentrare in due puntate oltre 1300 pagine di libro, e credo che l'operato di Wallace sia stato buono e con una sceneggiatura ottima, per non parlare della magnifica interpretazione di Tim Curry nei panni di Pennywise. 
Troviamo tuttavia altri attori di un certo livello come Jonathan Brandis (Bill a dodici anni e prematuramente scomparso nel 2003), Richard Thomas, John Ritter (anch'esso prematuramente scomparso nello stesso anno di Brandis) il già citato Tim Curry, Annette O'Toole (Beverly) e Olivia Hussey (Giulietta-Audra). E' stato annunciato dalla Warner Bros un possibile remake cinematografico del suddetto romanzo. Personalmente sono molto scettica riguardo ai remake, anzi diciamocelo LI ODIO, quindi lo aspetto col fucile puntato.
Dicono che IT sia stato il film che ha segnato l'infanzia di millemila bambini, che tutt'ora restano traumatizzati alla vista di un pagliaccio, sarà che sono wonder woman, ma io l'ho visto a 13 anni e l'ho fin da subito reputato buono come film, e strepitoso come romanzo e invece di lasciarmi spaventare dalla visione di Pennywise  ho pensato: Che figata! 



"Andatevene: se non ve ne andate finirete anche voi nella luce dei defunti... come tutti gli altri."
Pennywise












martedì 30 ottobre 2012

The wedding party - Un matrimonio con sorpresa

In questa graffiante e poco originale commedia stile Una notte da leoni, versione al femminile, troviamo come protagonista Becky (Rebel Wilson), una paffutella e poco avvenente ragazza soprannominata ''faccia di maiale'' da tutta la scuola ai tempi del liceo in procinto di sposarsi con un bellissimo  e ricco uomo d'affari newyorkese.  Quando Regan (Kirsten Dunst) la sua migliore/peggiore amica viene nominata damigella d'onore sente l'invidia farsi strada, non avendo lei stessa il primato di un matrimonio perfetto con un uomo altrettanto perfetto. Vengono quindi chiamate a raccolta il resto delle "Scoppiate", Katie (Isla Fisher) la svampita e ubriacona del gruppo e Gena (Lizzy Caplan) rozza, fumatrice doc in più mezza drogata. La sera prima del matrimonio, come in ogni addio al nubilato che si rispetti ne accadono di tutti i colori a cominciare dalla distruzione dell'abito da sposa, fatto che le porterà ad un'affannosa ricerca di una soluzione per tutta la notte, tutto senza che la futura sposa se ne accorga. Questa commedia agrodolce ricca di temi anche drammatici come la bulimia, la dipendenza dalle droghe fatta esclusivamente al femminile può risultare una brutta copia in stile Sex and the city  per quanto riguarda i temi legati al sesso e rivistata alla "Le amiche della sposa" perchè alla fine, si tratta della solita manfrina della damigella d'onore invidiosa ma (forse) sinceramente felice per l'amica che si sposa.
Abbiamo avuto modo di vedere Rebel Wilson proprio ne '' Le amiche della sposa"   e in "Cosa aspettarsi quando si aspetta" piccole particine che però rivelano un grande talento, se non altro in ruoli molto comici. Kirsten Dunst, come al solito, molto brava anche in questa interpretazione di Amica/Nemica isterica e decisamente vulnerabile, che fa di tutto per aiutare la sposa ma spera inconsciamente che tutto quanto le vada storto per diventare lei la protagonista assoluta. Isla Fisher già protagonista di I love Shopping ( a mio avviso pessimo) , riesce nell'intento di interpretare una svanita stupidina in grado di beccarsi un overdose di xanax.
 The Wedding party è una miscela di volgarità (forse un po' troppe) di risate ( molto amare, quindi inesistenti) e degli scontati luoghi comuni  che ogni addio al nubilato che si rispetti possa avere come imparare la lezione sull'essere più buone col prossimo, più diligenti sul lavoro e meno egoiste nella vita, tutti buoni propositi facilmente cancellabili trangugiando l'ennesimo bicchiere di champagne. Una miscela ahimè penosa non c'è che dire, perchè è più facile mostrare il genere femminile ubriaco e drogato piuttosto che sano e felice anche con quel poco che possiede.
No, no, no... non ci siamo.
Bad.

"Ragazze... se a 40 anni faccio ancora la commessa io mi uccido... sul serio mi compro un fucile e mi sparo!"
(questo vale anche per la sottoscritta!)


giovedì 25 ottobre 2012

One Day - Un giorno

Un giorno, precisamente il 15 luglio del 1988 Emma (Anne Hathaway) e Dexter (Jim Sturgess)appena laureati e sbronzi fradici passano l'intera nottata nel piccolo letto a una piazza di lei, raccontandosi fatti della vita, di come è facile a 20 anni avere la voglia di voler cambiare il mondo, anche solo un pezzetto di mondo. Da quel giorno le vite di Emma occhialuta ragazza dolce e amante della letteratura con l'ideale di voler cambiare qualcosa, di far valere le sue idee  e Dexter benestante di famiglia viziato ma generoso si intrecciano, passando, da una forte e sincera amicizia ad amore fraterno a qualcosa di molto di più.  15 è il numero che apparirà sempre col passare degli anni come un orologio intento a scandire lo scorrere del tempo. Si passa dalla fine degli anni Ottanta al Duemila percorrendo quindi gli anni dell'arrivo delle nuove tecnologie, della tv spazzatura e delle droghe. Entrambi vivono le loro vite a prescindere e li vediamo stare nei posti più diversi con le persone sbagliate.


One Day tratto dall'omonimo romanzo, di David Nicholls che cura anche la sceneggiatura, è un interessante esperimento di pura antropologia, ovvero, lo scorrere della vita di due semplicissime persone, che come è del tutto normale cambiano il loro stile di vita le loro capigliature i loro lavori e le loro speranze. Scoprire cosa  si può fare quando il destino è avverso, ma non in soli 108 minuti, bensì in diciotto anni di vita.

Anne Hathaway strepitosa dolce e sensuale interpreta una Emma come nessuno credo avrebbe potuto fare, con la sua semplicità dà vita ad un personaggio buono ed onesto, innamorato e pazzo. Jim Sturgess che oltre ad avere una bella voce (come ho saputo apprezzare in Across the Universe) in questo film stupisce, perchè riesce in maniera egregia nel ruolo dello spaccone/drogato/divorziato che si redime col passare degli anni, quasi in modo struggente. Finalmente una storia d'amore signore e signori, al di sopra di ogni banale aspettativa e a mio parere c'era bisogno una di quelle storie che ancora ci fanno commuovere.



Dexter: "Se il giorno di S. Swithin ti piove in testa.. vedrai vedrai vedrai.. che qualcosa resta!"





   

mercoledì 24 ottobre 2012


Ho appena scoperto che su Sky manderanno a Novembre la serie tv Mondo senza fine, sequel del fortunato Pilastri della terra. Entrambi romanzi di Ken Follet.
Non..
Riesco.. a..
Trattenere..
La..
GIOIA.
YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!!!!!!

Allora considerando che I Pilastri della terra e Mondo senza fine sono SENZA DUBBIO i miei libri preferiti, sono circa 1400 pagine a testa di pura bellezza e meraviglia, che mi hanno permesso di vivere le avventure e i sentimenti più belli, come posso non essere al settimo cielo?

La serie de I pilastri della terra l'ho trovata molto buona, attori azzeccati ed interpretazioni degne anche se sul finale c'è stato un corri-corri generale un tagli e cuci di scene e importanti rivelazioni che secondo me andavano incluse nella serie,  in ogni caso, non vedo l'ora di gustarmi questa serie, della quale ho già pronto il primo episodio in lingua originale sul caro VLC del quale non parlerò fino al prossimo post!

martedì 23 ottobre 2012

On The Road



Gambe che si muovono, libere, ribelli. Ascoltiamo il rumore del respiro di qualcuno di cui per un minuto vediamo soltanto l'ombra.. attraverso la quale scorgiamo uno zaino appoggiato sulle spalle..sigaretta accesa, taccuino rilegato in pelle in una mano e una  semplice, innocente matita nell'altra.

On the road, Sulla strada diretto da Walter Salles è un film del 2012 tratto dall'omonima celebre opera di Jack Kerouac. Racconta la storia di Sal Paradise interpretato da Sam Riley , un ragazzo di New York, intellettuale ed amante della poesia che dopo la morte del padre incontra Dean Moriarty, un ragazzo appena uscito dal riformatorio alla ricerca del proprio padre, complicato ed estremamente affascinante ed insieme decidono di intraprendere un viaggio attraverso l'America, dal Nebraska al Colorado, dalla Virginia all'Alabama all'Arizona, Louisiana e infine al Messico. Una partenza intonsa di significative riflessioni  e speranze ed esperienze. Viaggio che permetterà a Sal di incontrare personaggi di ogni tipo, come MaryLou (Kristen Stewart) la prima moglie di Dean Moriarty, appena quindicenne libera e senza regole, Camille (Kirsten Dunst), seconda moglie di Moriarty più matura e coscienziosa.

Un percorso che lo porterà a vivere mille esperienze una più differente dell'altra, tra autostop viaggi in macchina e in autobus per  le desolate ed impolverate strade americane godendo di un mix droghe, alcool, fumo e promiscuità sessuali di ogni genere. Cercando, attraverso quella che diverrà poi la Beat Generation, "comunicare con assoluta onestà e completezza" i pensieri di chi come Kerouac ha vissuto a pieno quell'epoca. Pensare alla partenza di per se come una liberazione, non tanto dalle pene della vita, ma dal pensiero di poter penare nella vita. Una liberazione senza vigliaccheria. Tutto per finire nel ricordo di una vecchia foto tagliata a metà, unita da una puntina, per anni accolta dalle pagine di un libro di Proust.
Film a tratti lento, la Stewart ci prova ma non ci riesce a recitare. La Dunst un pochino invecchiata riesce nel suo ruolo da personaggio secondario mantenendo una dignità intatta. Come tutte le trasposizioni cinematografiche non regge assolutamente il confronto con l'opera da cui deriva, ma vengono apprezzate le citazioni messe qua e là ogni tanto anche se non riprese alla lettera, soprattutto quella del breve monologo finale.



"Le sole persone che mi interessano sono i pazzi, i pazzi della vita, i pazzi delle parole. Vogliose di ogni cosa allo stesso tempo. Quelle che non sbadigliano mai, o dicono un luogo comune, ma bruciano. Bruciano. Bruciano come fuochi d'artificio nella notte". (film)



"Le uniche persone per me sono i matti, quelli che non sbagliano mai e non dicono mai un luogo comune, ma bruciano, bruciano,bruciano come candele romane, gialle e favolose, che esplodono come ragni tra le stelle." (citazione dalla mia copia ingiallita di Sulla strada)





giovedì 18 ottobre 2012

Uomini che odiano le donne

Non è un film recentissimo lo so, ma non ho mai avuto modo di vederlo, domenica scorsa invece libera da impegni e dal lavoro mi ci sono dedicata totalmente, ecco quindi ciò che ne è venuto fuori.






Uomini che odiano le donne, uscito nelle sale nel 2009 è un film tutto svedese, tratto dall'omonimo libro di Stieg Larsson.
 Mikael Blomkvist (Michael Nyqvist)  è un giornalista di mezza età so-tutto-io e dirige la rivista Millennium, accusato di aver  diffamato un importante uomo politico viene condannato a sei mesi di carcere.
Il vecchio Henrik Vanger (Sven-Bertil Taube) riceve per il suo ottantaduesimo compleanno l'ennesimo fiore incorniciato, che era solito ricevere in regalo dalla adorata nipotina sedicenne Harriet scomparsa nel nulla nel 1966. L'ex imprenditore delle industrie Vanger decide così di ingaggiare Blomkvist per risolvere il caso una volta per tutte deciso più che mai a porre fine alle inutili ricerche e al suo continuo vagare nel buio.
Lisbeth Salander (Noomi Rapace)  , tutta trucco e pettinature Punk è una hacker professionista in grado di spiare chiunque in particolare Blomkvist, una ragazza di ventiquattro anni, problematica e con un comportamento distaccato e irascibile obbligata ad avere un tutor dopo che da bambina ha dato fuoco ad un uomo uccidendolo. Insieme dovranno affrontare questo cammino e insinuarsi tra la storia di una famiglia piena di segreti.
E' chiaramente la violenza/repulsione contro il genere femminile il tema fondamentale di tutto il film (vedi la scena del metrò che dichiara una violenza completamente ingiustificata), la giustizia   e la crudeltà a fargli da corolla, a creare una sorta di patina opaca che ci fa vagare ciecamente verso la storia tornando indietro anche nel anni '40 e soprattutto verso l'inaspettato finale di questo film. E' oltretutto il giallo, per niente banale a far incuriosire. I personaggi sono profondi e ben studiati, Lisbeth a sua volta protagonista di violenze è un labirinto di emozioni frenate, spezzate che la fanno diventare cattiva quando è necessario, ma subito pronta a tornare nel suo guscio quando tutto intorno a lei sembra aver preso la solita piega. Il film diverge dal libro in determinati punti, come d'altronde accade in tutte le trasposizioni cinematografiche di celebri best-seller come lo è in questo caso Uomini che odiano le donne.


Ignorare chi ci ha fatto del male dopo del tempo è sintomo di grande forza e carattere.


mercoledì 3 ottobre 2012

Once upon a time 2x01

Popolo di imbroglioni, vorrei solo aggiungere una cosetta scaturita questo pomeriggio subito dopo aver visto la prima puntata della seconda stagione di Once Upon a Time!


1. La principessa Aurora appena sveglia è di una parlantina odiosa e in più una gran rompiballe. Forse l'avevano     messa a tacere per questi motivi

.2. Il fatto che la tanto agognata unione tra Emma e i suoi genitori mi abbia fatto lacrimare come un vitellino non è poi così strano. Il fatto che la (ri)unione tra Biancaneve e i 7 nani mi abbia fatto straripare ... quello si è strano, consulterò un medico al più presto!

3. The Soul Sucker... malimortè!

4. Capitan Uncino (visto nel promo del secondo episodio) è proprio -detto tra noi- un gran bel figone!

5. Complimenti a Mulan!

6.  Per quale accidenti di motivo hanno fatto vestire Wren da principe Filippo e me l'hanno ridotto così?

7. Chi sarà lo sfigato che all'inizio quando torna a casa scopre che ha lasciato aperta la finestra e che quindi è tutto completamente allagato e di conseguenza fa cadere il cellulare per la tromba delle scale mentre tenta di richiuderla?????

Voglio sperare che questa seconda stagione così piena di episodi promettenti non scada nella banalità di una trama forzata e poco originale quando invece la prima serie è stata davvero magnifica e non tanto prevedibile! ...e ho detto tutto!


Ora sorge spontanea una domanda di origine tecnica, come farò nella casa nuova a sopravvivere senza Sky? 












domenica 30 settembre 2012

Come descrivere questo periodo della mia vita in 3 o 4 punti

Come descrivere questo periodo della mia vita in 3 o 4 punti:

1. Non ho nuovi film da recensire in quanto non sono più andata al cinema, se non per vedere Prometheus, seduta in terza fila in basso a sinistra...mal di testa assicurato, inoltre era come sentirsi una del cast. Quindi c'ho capito poco e non mi è piaciuto poi così tanto eccovi quindi questa mini recensione.

2. Mi sto dando molto alle serie tv, questa sera ricomincerà in america Once Upon A Time, permettetemi di gioire internamente (ieeeeeee!) e mi sono innamorata anche di Game of Thrones, odio i Lannister e sto pure leggendo i libri, ovviamente mi son già  bruciata alcune parti .. non sapevo che guardando la prima serie sarei arrivata a piè pari fino al 4° libro (accidentaccio!)

3. Aspetto con ansia l'inizio di una stagione brulicante di bei film, nella mia lista personale infatti compaiono già titoli come: The Words, Venuto al mondo, Padroni di casa, eccetera. che se avrò tempo leggerete anche qua!

4. Mettiamo in tutto questo che sto pure cercando casa, perciò se per caso riusciste a creare o a trovare, una macchina che cloni le persone vi prego contattatemi in privato ne ho urgentemente bisogno per poter fare tutto quello che vorrei fare!



Eccomi qua in versione Wonder Woman la paladina della giustizia in grado di far fronte a qualsiasi difficoltà!!




Come dicevo odio i Lannister, ma dal primo momento in cui ho visto Jaime (che comunque è un gran figone e hanno scelto pure il doppiatore giusto) ho pensato subito ad Azzurro/Charming!

mercoledì 16 maggio 2012

Once Upon a Time I

Riiiiiiiiiiiiieccomi qui!! dopo questo lunghissimo lasso di tempo dove mi sono depressa a mille- causa principale: un ''lavoro'' che non mi piace- sono tornata non per una recensione cinematografica, purtroppo vado al cinema molto poco ultimamente... insomma la mia vita è una girandola e la sera non riesco a tener gli occhi aperti. In compenso mi sono dedicata molto alle serie tv in questi ultimi tempi, e (udite udite) ho deciso di parlare un pochino di Once Upon a Time. All'inizio non avrei scommesso 5 cent su questo telefilm... ma piano piano è stato uno sconvolgimento di emozioni.. assurdo!

Iniziamo col chiarire che la storia di delinea su una singola trama che però comprende due mondi completamente differenti, il primo è quello delle fiabe, (esatto proprio quelle che ci leggeva la mamma da bambini) Biancaneve, Cenerentola, Pinocchio, La Bella e la Bestia eccetera eccetera. Il secondo invece è quello reale...quello insignificante che conosciamo tutti. Com'è possibile che questi due mondi siano in qualche modo coinvolti nello stesso momento?  Semplicemente perchè la malvagia strega cattiva- che forse all'inizio non era poi così cattiva-, la matrigna di Biancaneve, (Lana Parrilla) colta da un impulso di rabbia decide di mandare tutti i personaggi delle fiabe nel mondo reale precisamente nella cittadina di Storybrooke nel Maine, facendogli dimenticare completamente chi siano, come se non avessero mai vissuto la loro vita da favola.
Quindi Biancaneve ((Ginnifer Goodwin ) è una maestra elementare, cappuccetto rosso una cameriera, Cenerentola una sguattera (ma va!?) La nonna di cappuccetto gestisce un B&B, il grillo parlante è uno psicologo, Brontolo è un alcolizzato, Tremotino (uno STREPITOSO Robert Carlyle) il proprietario di un banco di pegni e infine la strega cattiva è il Sindaco della città.
Tutto cambia quando Henry il figlioletto adottivo del sindaco, va in cerca della sua madre biologica, Emma ( Jennifer Morrison) una ventottenne tosta sotto ogni punto di vista, che egli considera la salvatrice nonchè figlia di Biancaneve e del principe azzurro, ovvero colei che risveglierà tutti gli abitanti di Storybrooke dalla maledizione della regina cattiva.

Ora, detto così sembra davvero una favoletta demenziale, invece man mano che gli episodi passano ogni personaggi avrà il suo sviluppo e soprattutto la sua personale storia che farà capire allo spettatore il vero significato delle vicende... e perchè non tutti possono avere il loro Happy Ending...
Ovviamente sono più che mai in attesa della seconda stagione che ahimè cominceranno a girare questa estate... Voi però dategli un'occhiata ;-)  

Girando nel uèb ho trovato anche queste foto molto carine!

Ecco la regina cattiva e Biancancaneve
Sempre loro due nella pausa pranzo!


















Tremotino e il principe azzurro in un momento di relax



mercoledì 25 gennaio 2012

The Help



 
      Eugenia-Skeeter- Phelan (Emma Stone) è una ragazza decisamente diversa dalle sue coetanee tutte Lacca e Merletti, decisa a continuare la sua carriera di giornalista piuttosto che mettere su famiglia a soli vent'anni. Aibileen Clark (Viola Davis) è una domestica, e come tutte le domestiche si prende cura dei ''bianchi'', lavando stirando, facendo la spesa ma soprattutto allevando i loro figli. Le strade di queste due donne così diverse tendono ad intrecciarsi proprio quando le intimidatorie leggi razziali dell'epoca contribuirono a rendere la vite delle persone di colore un vero e proprio inferno. Così Eugenia, a sua volta allevata e cresciuta da una domestica di colore, decide di mettere insieme tutte le storie e i punti di vista di tutte le donne di servizio della città, lottando insistentemente contro tutti, facendole diventare un libro.
  The Help ispirato all'omonimo romanzo di   Kathryn Stockett  e candidato a ben quattro premi Oscar  tra cui miglior attrice protagonista per la struggente Viola Davis, Miglior Film, e Miglior attrice non protagonista per Octavia Spencer e Jessica Chastain,è un film vero e commovente, che lascia trapelare il vero significato dell'onore e della dignità che tutte le donne, nonostante tutte le difficoltà e il razzismo devono sempre avere e mantenere alta. In The Help c'è tanto da imparare, quello che viviamo è un presente che tanti prima di noi hanno costruito e che a nostra volta dobbiamo continuare a costruire e cercare di rendere migliore, e come dice il sottotitolo, i cambiamenti cominciano con un desiderio.

Aibileen: You is Kind, You is Smart... You is Important
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