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mercoledì 8 dicembre 2010

Nowhere Boy



Un ragazzo che non va da nessuna parte, così viene definito il giovane John Lennon (Aaron Johnson) appena diciassettenne, dal preside della  sua scuola.  Un ragazzo che non ha niente da perdere, un po' spaccone, ma intelligente e col ciuffo alla Elvis, che cresce in casa di zia Mimi e zio George in una Liverpool degli anni '50. Un'adolescenza tormentata la sua, come lo sarà anche tutta la sua vita, a partire dal rapporto con la sua famiglia, soprattutto con sua madre, donna debole, ma piena di amore per suo figlio che lo lascia a soli cinque anni alle apprensive attenzioni della zia. John va a scuola, fa le sue prime esperienze e conosce la musica e mette su una band  The Quarryman (che poi diventerà The Beatles) tramite la quale conoscerà un altrettanto giovane e imbranatello Paul McCartney ( Thomas Sangster) e un entusiasta, ma poco visibile George Harrison (Sam Bell). Ritrova l'affetto  sconfinato di una madre, imparando veramente a conoscerla e ad apprezzarla per quanto si  può  apprezzare e  conoscere una madre,  scoprendo segreti mai detti, incomprensioni e sofferenze tipiche, a quanto pare, della famiglia Lennon.
Nowhere Boy è il  primo lungometraggio per il cinema diretto da Sam Taylor -Wood del 2009  tratto dal libro Imagine: Growing Up with My Brother John Lennon scritto da Julia Baird, sorellastra di John. La regista ci prova e ci riesce almeno in parte a raccontare, appunto, uno sprazzo di vita del discusso Lennon ( un po troppo belloccio) con un'amarezza di fondo che non riesce mai a svanire realmente, rendendo le strade di Liverpool ancora più scure.  








Paul: se vogliamo provarci dobbiamo scrivere pezzi nostri
John: io scrivo ogni tanto... storie.. più che altro poesie
Paul: Aggiungi la musica e sono canzoni!

martedì 16 novembre 2010

La prima cosa bella

Tutto comincia con una pallonata in faccia. Un modo più che efficace per svegliarsi dal torpore di una vita insignificante, triste senza uno scopo.Non solo, una pallonata che finirà per svegliare Bruno ( Valerio Mastrandrea), un professore di Milano, depresso e semi- tossico e che lo porterà ad un'imminente confronto. Valeria (Claudia Pandolfi), sorella di Bruno, lamentosa e matura lo costringerà ad affrontare un viaggio nella città natìa Livorno per assistere la madre ormai malata terminale. Attraverso innumerevoli flashback un'altra vita si affaccia sullo schermo, la vita di Anna ( Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli) giovane madre di Bruno e Valeria, spensierata, ironica senza paura,  sicuramente imperfetta e soffocata  dal marito geloso e possessivo. Lei, dolce donna innamorata dei suoi figli, vuole in tutti i modi vivere la sua esistenza al meglio, commettendo errori  e abusando della sua ingenuità senza mai dimenticarsi dei suoi bambini. L'eterno conflitto genitori-figli un argomento molto trattato nel cinema, che troviamo in questo film più presente che mai. Bruno scappa dalla sua realtà, fugge via da una mamma buona sì, ma imbarazzante, non ce la fa a reggere la pesantezza dei commenti dei suoi amici dei suoi concittadini. Ma torna, quando ormai Anna non ha più nessun rimorso e non ha paura nemmeno di fronte alla morte. Perchè basta una passeggiata tra le vetrine dei negozi, un giro in motorino e una canzone per far passare ogni timore, cancellare ogni rimpianto e per rendere tutto più divertente.  Paolo Virzì degno regista di tanto film, incastra lo spettatore  facendogli vivere una storia calda e popolare attraverso la quale  molte persone si sono riconosciute.
 La prima cosa bella, titolo tratto dall'omonima canzone di Nicola di Bari,  ha avuto il successo che meritava, con ben 18 nomination ai David di Donatello conquistando i premi per la miglior sceneggiatura e miglior attore e attrice protagonista, rispettivamente consegnati a Valerio Mastrandrea e Micaela Ramazzotti, già protagonista in ''Tutta la vita davanti'' dello stesso Virzì. Non solo, il film di Virzì è stato scelto nella categoria per il miglior film straniero dalla Academy Awards agli Oscar 2011. In sostanza La prima cosa bella rimane una pellicola stracolma di sentimenti  grazie alle ineccepibili performance di tutto il cast , un film trasparente che porta direttamente al concetto di ''famiglia'' che è poi il nucleo di tutto il film.

Bruno e Valeria
"Almeno tu fossi diventato ricco e famoso."
"Invece povero e ignoto."
"Imbecille..."
"Nemmeno... Normale, che è peggio."

sabato 7 agosto 2010

Il bambino con il pigiama a righe

Germania anni ‘40.

Bruno (Asa Butterfiled) ha otto anni, anche Shmuel  ( Jack Scanlon ) ne ha otto,ma non vivono la loro infanzia in egual modo. Il primo, figlio di un autoritario ufficiale delle S.S. è costretto a lasciare la cara Berlino ed i suoi amici a causa del trasferimento di suo padre ed è un appassionato di storia di avventure, che da grande vuole fare l’esploratore. Il secondo è costretto a lasciare la sua casa con la forza a causa della sua religione. Nella nuova casa Bruno si annoia, non riesce a farsi nuovi amici perche in realtà non ce ne sono. Nota però, strani movimenti all’interno della villa, ogni tanto una persona con una divisa a strisce entra in cucina ed inizia a pelare le patate, vede fumo nero uscire dalle ciminiere dietro casa e gli è proibito andare sul retro. Perché?
Smhuel nella sua nuova casa invece ha molti bambini intorno a lui, ma non riesce a farci amicizia e preferisce starsene da solo, lo fanno lavorare e portare carriole piene di mattoni. Perché?
Un sentiero lungo il bosco che divide la villa al campo congiungerà i due bambini e finirà per legarli in una profonda amicizia. Innocenza e consapevolezza sono i due temi principali del film: l’innocenza di Bruno e le sue domande rivolte all’amichetto, che non capisce di essere così fortunato a stare in un campo pieno di bambini con cui poter giocare e avere un pigiama così carino a strisce bianche e blu. L’innocenza di Elsa ( una struggente Vera Farmiga) la madre di Bruno, che crede che vada tutto bene e che il lavoro di suo marito sia solo un servire la patria con orgoglio e dignità. Contrapposta è la consapevolezza di Shmuel che nonostante il suo essere solo un bambino, capisce, vede con i suoi occhi le atrocità del campo di concentramento e aspetta tutti i giorni l’arrivo di Bruno per poter parlare con lui e giocare a dama. Il regista Mark Herman dirige questo bellissimo film permettendo al pubblico di guardarlo con gli occhi di due bambini, due punti di vista completamente diversi tra loro che nella loro discordanza porterà le loro vite ad un unico destino. Il bambino con il pigiama a righe è si, una favola su un’amicizia inossidabile, ma non ha un lieto fine proprio come nella Storia non vi è la presenza di un lieto fine vero e proprio. Il legame così speciale e puro che li tiene uniti sarà, seppur triste, il giusto e unico finale degno di questo film.

Bruno
tu sei il mio miglior amico Shmuel...il mio amico per la pelle.

venerdì 6 agosto 2010

Espiazione

Inghilterra 1935, Briony Tallis ( Saoirse Ronan) è una ragazzina che ama scrivere commedie, leggere e vagare nella sua fervida fantasia. Ha una sorella maggiore, Cecilia ( Keira Knigthley) spigliata e un po’ ribelle. Briony da lontano osserva, colpita dalla noia di una vita agiata, il rapporto di insolita amicizia tra Cecilia e Robbie Turner ( James McAvoy), il figlio della governante, equivocando e mutando quel rapporto in qualcosa di scandaloso. Tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan , il film di Joe Wright viene diviso in tre parti e racconta appunto il pentimento e il sentimento di impotenza di una bambina-annoiata/ragazza- infermiera durante la guerra/donna adulta e scrittrice, nell’intero arco della sua vita fino a quando divenuta un’anziana famosa e rispettata affetta da demenza senile, cercherà di restituire la degna fine di una storia a chi, anni prima, l’aveva ingiustamente tolta senza un attendibile motivo. Troviamo il tema dell'errore e del pentimento e tutto ciò che ne deriva, solitudine frustrazione voglia di ricominciare, per vivere come se nulla fosse capitato, come se quella bambina in realtà non avesse mai visto nulla, ma in realtà le prospettive saranno sempre diverse, chiunque può vedere qualcosa e altri guardando la stessa cosa potranno interpretare nuovi e più intensi significati.
In fondo cos’è un dubbio e come si insinua nella nostra mente? Attraverso il sospetto.. e cos’è il sospetto se non il risultato delle varie macchinazioni del pensiero? Vedere. Interpretare. Riflettere. Dimostrare. Nonostante non si abbia la certezza di ciò che i propri occhi vedono e di ciò che automaticamente il proprio cervello induce a pensare.


Robbie Turner

Quanti anni bisogna avere per capire la differenza tra giusto e sbagliato?

lunedì 2 agosto 2010

La vie en Rose - La Môme

Andamento ricurvo e goffo, capelli radi, corpicino gracile e una voce potente e magnifica. E' questa la descrizione della celebre icona della canzone francese Edith Piaf raccontata in una pellicola di Olivier Dahan del 2007 presentato al Festival di Berlino. Fin dalla sua tragica infanzia Édith Giovanna Gassion, interpretata da una versatilissima Marion Cotillard, vincitrice dell'oscar come miglior attrice protagonista e anche un Golden Globe, La Môme cresce in totale povertà, trascurata dalla madre una mediocre cantante di strada ( interpretata da Clotilde Courau) e dal padre circense. Nei sobborghi più sudici di una Parigi del 1918 verrà affidata alla nonna,  proprietaria di un bordello conquistandosi l'affetto delle ragazze. Fino ad arrivare al successo avuto grazie a Louis Leplée ( Gérard Depardieu) un impresario che la scorgerà all'angolo di una strada durante una sua esibizione. Sarà proprio lui a darle il nome d'arte "La Môme Piaf". Dahan sceglie di non dare un ordine cronologico a questa geniale cinebiografia, instaurando un gioco di richiami e di correlazioni donando al film un effetto narrativo eccellente. Una vita travagliata la sua, a causa del suo fisico malato e dall'abuso di droghe ed alcool. Troviamo nel film, girato in parte in Francia e in parte a Praga, una somiglianza quasi incredibile della Cotillard con la vera Edith Piaf nelle performance di "Milord" "Padam... Padam" e "Hymne à l'amour", gestualità e pose impacciate come se in realtà si sentisse sempre fuori luogo e nel posto sbagliato tranne che in una scena, l'ultima, sul palcoscenico dell'Olympia mentre canta il suo ultimo straziante inno alla vita " Non, Je ne regrette rien" ritrovando per qualche minuto la forza di cantare ancora una volta e la voglia di vivere, seppur malamente, senza nessun rimpianto.




Marion Cotillard

Giornalista: Lei è una grande artista.
Edith Piaf: È perché ho messo i tacchi...



sabato 31 luglio 2010

Baarìa

Interpretato da un cast corale, il film ha inaugurato la 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Bagheria, piccolo comune siciliano è il luogo dove tutto il film si svolge. Paesino impregnato di tradizioni cultura superstizioni e colori. E’ La storia della famiglia Peppino Torrenuova ( Francesco Scianna) chiamato da tutti “Peppino il comunista” da sempre affascinato dal mondo della politica e che si innamora della bella Mannina (Margaret Madè) nonostante le opposizioni della famiglia di lei e una fuitina non proprio nella norma. Il film racconta la Storia a partire dalle guerre mondiali, per arrivare al fascismo comunismo e socialismo e con riferimenti alla mafia. Tornatore vuole farci tornare nella Bagherìa del passato dove era presente l’importanza della famiglia e del lavoro e dell’impegno nella politica e del dialetto, tutto il film infatti è parlato in dialetto siciliano. Quello che si percepisce guardando Baarìa è una sorta di magico incanto che concede di guardare con occhi sognanti il film proprio di Tornatore, il film della sua vita che gli appartiene più di tutti che parla della sua amata terra. Le principali ambientazioni sono state proprio a Bagherìa, altre scene invece in una Bagherìa ricostruita a Tunisi. Troviamo un cast ricchissimo di attori tra i quali, Giancarlo Giannini, Giorgio Faletti, Leo Gullotta, Raoul Bova, Beppe fiorello , Luigi Lo cascio e molti altri. Tornatore ha giustificato la presenza di tanti attori dichiarando di aver preferito dare la parte da protagonisti a due attori meno conosciuti e tenere i tanti camei per gli attori più famosi proprio per dare un maggior interesse all’insieme condite con le meravigliose musiche del maestro Ennio Morricone, con le scene della corse a perdifiato del bambino e dei paesani che, finita la guerra corrono a raccattare mobili e porte, per avere un cimelio di guerra. Tornatore vuole fare un bel film e far letteralmente sognare il suo pubblico. Con Baarìa si direbbe obiettivo raggiunto.

Peppino Torrenuova al figlio
Noi Terranuova vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte.

sabato 3 luglio 2010

Il labirinto del fauno


Nella spagna del 1944 vediamo salire al potere Francisco Franco dopo la fine della guerra civile.Il labirinto del fauno ,film del 2006 scritto e diretto da Guillermo del Toro, creatore di Hellboy e Blade II ,racconta la storia di Ofelia ( Ivana Baquero), una bambina la cui madre decide di risposarsi con il diabolico capitano Vidal ( Sergi Lopez) dopo essere rimasta vedova. Ofelia però soffre segretamente, e si rifugia nel mondo dei libri e delle favole. Una notte ,scopre un sinistro labirinto e verrà in contatto con un regno magico sorvegliato da uno spaventoso fauno che le rivelerà di essere proprio la principessa di quel mondo sotterraneo e per raggiungerlo di nuovo dovrà superare tre prove molto pericolose. Il labirinto del fauno ha avuto un enorme successo internazionale, aggiudicandosi ben tre Oscar nel 2007, per la fotografia, per la scenografia e per il trucco ed è proprio grazie al trucco che il film verrà considerato un fantasy/horror  viste le  straordinarie trasformazioni di Doug Jones nel personaggio del Fauno e dell'uomo pallido. Quella che vuole raccontarci Guillermo del Toro è una storia di soprusi e innocenza, una storia nella quale non c’è via di scampo se non nell’effimero mondo della fantasia. Le musiche hanno certamente una grande importanza, create appositamente per questo film, le note struggenti spettrali e spettacolari accompagnano la nostra eroina Ofelia durante tutta la sua avventura permettendo a chi guarda di entrare in un universo parallelo popolato da fate e mostri, dimenticando per un po’ i veri mostri, che tutt’ora abitano la terra.


Il fauno (Doug Jones)


La vostra anima rimarrà per sempre legata al mondo dei comuni mortali, invecchierete come loro, morirete come loro... Il tempo consumerà la vostra memoria e noi spariremo con essa. Non ci rivedrete mai più

giovedì 3 giugno 2010

Sex And The City 2

Vi siete chieste cosa accade due anni dopo il sospirato “Si lo voglio”?

E’ proprio quello che si chiedono anche Carrie,Samantha,Charlotte e Miranda le quattro amiche più glamour di tutta New York City, che decidono di non lasciarsi trasportare dalla solita vita matrimoniale e di routine fatta di notti insonni, bambini urlanti e cibo a portar via, partendo per un viaggio esotico alla volta di Abu Dabhi. Tra alberghi super lussuosi, abiti sgargianti e scintillanti rimangono comunque i loro caratteri così ben definiti, ognuna con il suo marchio di riconoscimento che ormai conosciamo bene. Carrie con i suoi problemi di indecisioni eterne che non riesce a ritrovare lo “Scintillio” nella sua vita quotidiana con big e che tradisce la moda per l’arredamento, Miranda e il suo lavoro, Charlotte e il pensiero fisso di avere una famiglia perfetta e Samantha la Lussuria fatta persona questa volta però terrorizzata dall’imminente menopausa. Sebbene il primo film sia stato un successo maggiore, questo sequel della serie tv più famosa d’america fin dal gli anni 90, non passa inosservato. Questa volta però ad essere i veri protagonisti togliendo ahimè la scena alle vere eroine sono gli abiti di un valore pari a quasi dieci milioni di dollari, tra Chanel, Dior, Louboutin e naturalmente Manolo Blahnik, indossati addirittura sotto il burqa. Oppure
 i magnifici paesaggi che però non sono la cara vecchia New York, e addirittura una strepitosa Liza Minnelli che si scatena con una cover di "Single Ladies" della cantante Beyonce. “Sex and Abu Dabhi” non ha la meglio sulle passate stagioni, ma ci piace l’idea che nonostante gli anni passati e le vicende trascorse le nostre quattro amiche restano sempre le stesse.

Samantha: Mi sta venendo una vampata!
Carrie: siamo nel deserto.. se non ti viene una vampata sei morta!

lunedì 3 maggio 2010

I Love Radio Rock - The boat that rocked



Radio rock è il nome della nave/stazione radio più trasgressiva di tutta l'Inghilterra degli anni Sessanta, capitanata e gestita da Quentin (Bill Nighy) che trasmette Rock puro 24h al giorno,nonostante il rigoroso divieto del governo e  l'incredibile tenacia del ministro Dormandy (Kenneth Branagh) deciso più che mai a cancellare Radio Rock e ogni stazione radio clandestina in grado di turbare le menti del popolo britannico.
Il giovane Carl (Tom Sturridge) -che ricorda vagamente nell'aspetto i fratelli Gallagher -  figlioccio di Quentin espulso da scuola viene accolto sulla nave da tutti i ''Pirati'' e insieme a tutti i deejay come il Conte (un grande Philip Seymour Hoffman), Dottor Dave (Nick Frost), Midnight Marc e Gavin (Rhys Ifans) autoproclamatosi "Il Re", imparerà a conoscere i veri valori dell'amicizia e dell'amore oltre a fare l'esperienza che cambierà per sempre la sua  giovane vita. Commedia brillante che lascia trasportare lo spettatore in un turbinio musicale epico che è poi il vero motore dell'intero film. Brani come, My Generation - The Who,
Let's Dance - David Bowie,
Wouldn't It Be Nice - The Beach Boys
All day and all of the night - The Kinks
sono i veri protagonisti di questa deliziosa pellicola che fa valere le sue idee, proprio come i deejay di Radio Rock, che insieme, combattono contro l'omologazione del governo e restano sulla nave in nome della libertà. Richard Curtis, regista e sceneggiatore già famoso per aver diretto Quattro matrimoni e un funerale, mescola tanta buona musica e divertimento in quello che i più nostalgici definirebbero un vero e proprio ritratto dell'Inghilterra degli anni '60.



Kevin (Tom Brooke) e Carl (Tom Sturridge)

Kev: È un bravo ragazzo… tanto bravo ragazzo… ha tanti amici…ha i capelli lunghi..

Carl: Jimi Hendrix?

Kev: No molto più vecchio… non porta scarpe… ha una veste!

Carl: Oh su non sarà mica Gesù!

Kev: Sì! È Gesù!

Carl: Ma perché non hai detto il figlio di Dio?

Kev: Figlio di chi?

giovedì 25 marzo 2010

Precious

Diretto da Lee daniel, basato sul romanzo di Sapphire  “ Push la storia di Precious Jones. In una disagiata  Harlem degli anni Ottanta la giovane Clareece Precious Jones, ragazza obesa analfabeta per giunta violentata dal padre, è costretta a vivere sotto le continue violenze della madre,una donna disoccupata arrabbiata con il mondo che odia sua figlia. La giovane Precious scopre di essere nuovamente incinta e viene cacciata dalla sua scuola, e grazie alla sua preside riuscirà ad entrare in un istituto speciale per giovani ragazzi con problemi, cominciando a imparare a leggere e a scrivere e a vivere finalmente la sua vita in modo fiero e dignitoso con l'aiuto anche della sua insegnante Mrs. Rain ( Paula Patton). Nel cast troviamo la debuttante Gabourey Sidibe nel personaggio di Precious affiancata dalla nota comica americana Mo’nique che interpreta il drammatico ruolo di Mary, la madre della ragazza. Ruolo,  che le ha fatto vincere il premio Oscar 2010 come miglior attrice non protagonista. Il cast è oltretutto valorizzato da ben due cantanti, Lenny Kravitz nel ruolo di un infermiere e un’irriconoscibile Mariah Carey nella parte dell’assistente sociale che prenderà provvedimenti proprio riguardo al caso di Precious. Il film è stato presentato al Sundance film festival nel gennaio 2009 ottenendo ben tre riconoscimenti : Premio del pubblico, Gran premio della giuria e il Premio speciale della giuria per l’interpretazione di Mo’nique, e al Festival di Cannes 2009 ottenendo una standing ovation. Questa è una triste favola, con pochi elementi positivi, proprio per questo Precious è un film  che fa capire che nonostante tutto, qualsiasi avversità, può essere sconfitta con la sola forza di volontà e voglia di continuare a vivere decorosamente.

martedì 9 marzo 2010

Persepolis


Persepolis, racconta la storia di Marjane, una ragazzina speciale e intelligente, cresciuta fin da piccola con l'educazione di due genitori molto moderni e l'amore della sua adorata nonna. Sullo sfondo prende forma con l'instaurazione della politica islamica il periodo del "Pasdaran" dove tutti i cittadini vengono controllati sotto ogni aspetto soprattutto negli usi e costumi. Marjane ragazza fuori dagli schemi, decide di non piegarsi a quelle regole che non capisce e a causa di questo suo comportamento ribelle, preoccupante per i genitori sarà costretta a partire per l'europa dove verrà accolta in modo diverso da come si aspettava. Questo film di Marjane Satrapi tratto dal suo fumetto storico e autobiografico, diviene film di animazione che denuncia una dittatura opprimente soprattutto verso le donne, proprio quella dittatura che farà svegliare lo spirito ribelle e rivoluzinario di Marjane. Film di animazione rigorosamente in bianco e nero questo, se non con qualche sprazzo di colore presenta nonostante il tema molto serio serio anche molte scene di comicità. Troviamo come doppiatori italiani Sergio Castellitto nel ruolo del padre e Paola Cortellesi che presta la voce proprio a Marjane dando a questo personaggio una marcia in più.


La nonna
Nella vita conoscerai molti stronzi. se ti feriscono pensa che è la stupidità che li spinge a farti del male. Ti eviterà di ripagarli con la stessa moneta perché non c'è di peggio al mondo del rancore e della vendetta

mercoledì 3 marzo 2010

Juno

Jason Reitman già famoso per il suo debutto Thank you for smocking torna dietro alla macchina da presa con una storia frizzante e dolce che racconta le vicende di Juno una ragazzina alternativa e spontanea di appena sedici anni che rimane incinta del suo coetaneo Paulie dopo la sua prima esperienza sessuale. Argomento trattatissimo da Hollywood quello delle gravidanze inaspettate e soprattutto che riguardano la fascia giovanile della società, trasformato da Reitman in un'opportunità per fare felici qualcun altro. Jennifer Garner infatti interpreta il ruolo di Vanessa, una donna sposata e benestante che però non può avere figli e Juno ( una versatilissima Ellen Page) deciderà infine una volta partorito di dare in affidamento il piccolo proprio a Vanessa e a suo marito. Una delle innovazioni di questo film è che tutto viene rappresentato in modo veritiero, a partire dal linguaggio dalle espressioni, l'atteggiamento ironico tipico dei giovani di oggi e anche dalle condizioni sociali, soprattutto nel vedere che non tutti coloro che fanno una buona impressione sono poi felici come sembrano e che nonostante mostrino una certa perfezione abbiano poi sotto sotto un muro pieno di crepe. Il successo del film è dovuto anche alla colonna sonora e al look strambo della protagonista.

Juno rivolta a Marc e Vanessa
Sapete per avere un bambino dovevate andare in Cina, ho sentito dire che danno via i bambini come gli I-pod

lunedì 1 marzo 2010

Bastardi Senza Gloria


Riecco con un nuovo film, la natura avvincente di Tarantino che in un paio d'ore tenta ( e ci riesce) di riscrivere l'intera storia del mondo attraverso due punti di vista. Il primo quello del tenente Aldo Reine a capo dei cosiddetti ''Bastardi'', gruppo di ebrei americani deciso a sterminare qualsiasi Nazista sulla faccia della terra. Il secondo quello di Shoshanna, giovane donna ebrea anche lei, alla quale il terribile colonnello delle SS Hans Landa uccide l'intera famiglia e la quale ha come unico scopo uccidere a sua volta chi è stato la causa della morte dei i suoi famigliari. Le varie vicende si intrecceranno fino ad unirsi in un unico e sottile intreccio. Troviamo ormai la perpetua divisione in capitoli, diventato un Must del cinema Tarantiniano come fu per Kill Bill, che porta però ad una comprensione maggiore della storia in sè. Soprattutto nella prima parte, dove sentiamo una enorme tensione dovuta ai dialoghi, all'ironia di Christoph Waltze e alle sue indecifrabili smorfie. La sua magnifica interpretazione è stata oltretutto premiata con la vincita del Golden Globe per il miglior attore non protagonista. Come al solito Tarantino ci porta dove vuole lui, permette al nostro corpo e alla nostra mente di penetrare a fondo nella pellicola e sebbene cambi un po' il corso della storia.. a noi va bene così! Non manca il marcho di fabbrica come le cruente scene degli scalpi, le spruzzate di sangue come in uno splatter e il riferimento all'Italia e all'italiano sia nella recitazione sia nel rendere omaggio a Enzo Castellari e del suo film ''Quel maledetto treno blindato'' del quale però, Bastardi senza gloria non vuole assolutamente essere un remake.

Hans Landa (Christoph Waltz):
Au revoir Shoshanna!

domenica 21 febbraio 2010

Mamma Mia!


Tre possibli padri : Colin Firth, Pierce Brosnan e Stellan Skarsgård, una ragazza Sophie( A. Seyfried)che in procinto di sposarsi decide di invitare tutti e tre al suo matrimonio. Donna Sheridan (M. Streep) madre di Sophie ormai cresciuta e apprensiva è proprietaria di una pensione in un'isoletta sperduta e completamente ignara dei piani di sua figlia. Tutto questo condito dalle splendide musiche degli ABBA interpretate dagli stessi attori in modo egregio. Tratto dall'omonimo musical di Broadway prodotto proprio da Benny Andersson ex membro degli ABBA. L'allegria fa da padrona in questo musical tutto equivoci e canzoni.
Troviamo con grande sorpresa una versatilissima Meryl Streep che con la sua bellissima voce spiega come sia difficile per una mamma, accettare la crescita della sua unica figlia, ma anche come sia rassicurante la presenza delle sue due amiche un po' pazze Rosie ( Julie Walters) e Tanya ( Christine Baranski)soprattutto nel brano ''Chiquitita''. Con un ben mescolato pout-pourrì di canzoni e coreografie da Mamma Mia! , appunto, a Dancing Queen, The Winner takes it all, I have a dream e gimme gimme gimme tutto il film funziona senza nulla togliere alla versione teatrale di broadway.
Una cosa però la vogliamo dire? caro Pierce.. fai 007 e non cantare più! Facce sto favore! Thanks a lot!

giovedì 18 febbraio 2010

Pc fuori uso...damn!


Buonasera a tutti!In questi giorni avrei voluto tanto postare altre due recensioni, ma sfortunatamente il mio pc ha smesso di collaborare..non si accende più..non vuole parlarmi più! Dalla foto si capisce come ho trattato oggi quell'aggeggio? Al momento sto scroccando il portatile di mio padre che credo userò, quando potrò finchè l'altro deciderà di riprendersi. Ecco, detto questo cosa posso dire..oggi è stata una giornata piena di appunti e libri come il mio solito. Finalmente la data dell'ultimo esame della sessione si avvicina sempre di più e percio potrò concedermi un paio di giorni di totale spensieratezza! vabbè... buona serata ragazzi!

P.S. Fatemelo dire, il festival di Sanremo quest'anno è veramente patetico! o sono più patetica io ad averlo guardato anche per dieci minuti?
lascio questa domanda viaggiare nell'etere...

martedì 16 febbraio 2010

Io ooodio la pioggia!


Si la odio smoderatamente.. o meglio, la odio quando so che devo uscire e inzupparmi completamente dalla testa ai piedi..e l'ombrello?? direte voi.
Il mio ombrello ha delle dimensioni che sono direttamente proporzionali a quelle della sua padroncina perciò è un cucciolo d'ombrello e mai.. dico MAI riesce a coprirmi tutta. Quando invece piove, ma non devo uscire me la godo per un po.. poi mi rompo perché sarebbe molto più costruttivo anche per la mia mente vedere una bella giornata di sole! Dunque, dopo questa breve ciarlata sulla pioggia e i suoi derivati veniamo al nocciolo della questione! Pensate che sto preparando un esame che si chiama ''Stili della modernità letteraria'' non è per niente male! anzi devo dire che rispetto agli altri in questo periodo è stato uno dei più belli da preparare, è tutto strutturato sugli anni 70, la musica le attività politiche e su Bob Dylan. Lo ammetto non ho mai ascoltato più di 65 secondi delle canzoni di Dylan nonostante il materiale qui in casa mia non manchi vista la più che abbondante collezione di cd di mio padre! Adesso che ho ''dovuto'' ascoltare qualche canzone qui e la devo dire che il country folk ha un suo fascino! Ovviamente non sto diventando una fan di Dylan.. ma la prossima volta che mi capiterà di sentire una sua canzone non la cambierò dopo pochi secondi! Provate anche voi! bisogna allargare le vedute e gli orizzonti..se poi non vi piace avrete solo perso qualche minuto del vostro preziosissimo tempo!

Arriveduàr ragassuoli!
baci!

lunedì 15 febbraio 2010

P.S. .... Post Studio


Ecco...il mio cervello ha definitivamente deciso di smetterla di arrovellarsi su appunti e libri..perciò lo seguo, gli dico che ha ragione e mi rilasso un po'. Che dire, la giornata di oggi è stata particolarmente piatta! Sveglia,studio,pranzo,studio,doccia,cena.
Non ho ancora cenato ma presumo che continui così il resto della serata. Per di più sta venendo giù un bel diluvio! yuhuu che allegria eh? comunque non mi sono messa a fare questo post solo per raccontare i cacchi miei. Mentre studiavo ho notato che su rete 4 stavano trasmettendo un film ''Al di là dei sogni'' con Robin Williams, la cosa mi ha stupito parecchio perchè stranamente film di questo genere li mandano in onda di sera. Il film è dannatamente triste, incidenti e morti e infine quello che ci aspetta o ci aspetterà forse.. il paradiso, che troviamo dipinto come un quadro e che vediamo continuamente trasformarsi sotto i loro e i nostri occhi, la cosa che mi ha fatto riflettere è però chissà se esiste e chissà se il paradiso è tutto frutto della nostra immaginazione? Magari in paradiso sarò sposata a Johnny Depp! XD
chi mi conosce sa che sono un'attenta sostenitrice di questo bel pezzo d'uomo!
Beh.. vi lascio và.. con un'immagine che parla da sola!

domenica 14 febbraio 2010

Ringraziamento speciale!


Buonasera a tutti! Allora vorrei fare il mio ringraziamento ufficiale alla mia cara amica Desbu ( Deborah in famiglia XD ) che mi ha aiutato moltissimo con la grafica di questo Blog! Infatti la pellicola serpeggiante che vedete qui a lato è tutta opera sua!! Grazie mille Desbuuuu!!! Ti voglio bene!

P.S. Ovviamente per chi non la conosce Desbu è quella sulla destra!

Nine


Come potevamo immaginare ecco cos'è riuscita a partorire la mente di Rob Marshall, già regista di successo che abbiamo visto alla direzione di ''Chicago''. Nine cos'è? Nine è spettacolo, è luci, è musica ed è coreografia. Racconta la storia di Guido Contini (Daniel D. Lewis) regista in crisi e paranoico che non riesce a fare un film e spiega come, la sua vita sia, in ogni singolo gesto, influenzata dalla presenza rilevante o meno delle donne che lo circondano. Sua moglie la francese Marion Cotillard, arresa da un amore che non è più lo stesso,la sua amante, la spagnola Penelope Cruz (che grazie alla sua eccellente interpretazione ha guadagnato la nomination agli Oscar 2010 per la categoria Miglior attrice non protagonista), la madre defunta interpretata da Sofia Loren un po' imbalsamata e la sua musa, Nicole Kidman. Nine non vuole essere un remake del celebre Otto e mezzo di Fellini. Nonostante ne richiami palesemente la trama non riuscirebbe mai ad essere uguale o al suo stesso livello. Il plot viene preso e trasformato in spettacolo, quello spettacolo in cui prendono forma e importanza le musiche e le canzoni, ovvero ciò di cui principalmente è fatto un Musical. Marshall lo reinterpreta, lo plasma dandolo in pasto a chi guarda e lasciando appunto al pubblico il compito di modellarlo come meglio crede. Non è assolutamente da tralasciare l'intero cast internazionale, con tanto di comparsate italiane come Elio Germano, Martina Stella, Ricky Tognazzi, Valerio Mastrandrea e molti altri. Un insieme purtroppo sottovalutato e che invece avrebbe dovuto avere più opportunità di essere compreso a fondo.

Chi non è d'accordo me lo faccia sapere!

-My husband makes movies... to make them he lives a kind of dream..- Cit. Marion Cotillard (nella canzone My Husband makes movies)

New Entry

Ecco, questo è l'inizio di questo mio nuovo blog. Ovviamente non parlerò solamente di cinema nonostante sia il mio interesse principale. Mi piace moltissimo leggere e disegnare perciò scriverò anche di libri che ho letto e che mi piace condividere con altre persone, oppure di flm da noleggiare per quanto riguarda serate più o meno a tema con lo stato d'animo che avrò, o che avrete!
Approfitto soprattutto di questa giornata grigissima che di certo non invoglia ad uscire per fare una bella passeggiata....anzi! In realtà dovrei studiare, ma shhhh.. non ditelo a nessuno mi raccomando! ;-)
Per chi passa di qua sarei contentissima di ricevere commenti, buoni o cattivi che siano! grazie!
Un Bacio

Roberta

The Rocky Horror Picture Show


Ora soffermiamoci su questo capolavoro di Musical, immagino che abbiate capito subito quale sia senza contare che l'ho scritto nel titolo..... imbroglioni. The Rocky Horror Picture Show un musical del 1975 che ha sconvolto chiunque l'abbia visto, portandolo a vederlo più di una volta per capirne la trasgressione, la perversione e il senso vero e proprio. Sapete, Io personalmente più lo guardo e più mi piace, non so definire esattamente la sensazione che provo guardandolo..se non quella di un estremo benessere e divertimento. Tim Curry è lo schizzato Dottor Frank'n'Furter proveniente dal pianeta Transexual, è colui che da vita a Rocky, ''L'amante perfetto'' ed effetivamente lo è constatando fisico e volto di quest'ultimo. Janet e Brad sono due fidanzatini novelli,che a causa di un temporale e al guasto alla loro auto si rifugiano nel castello di Frank, solo per fare una telefonata... l'unica cosa che non avranno sarà proprio quella. Riff Raff, Magenta e Columbia sono gli umili, strambi, grotteschi servitori del dolce travestito. Il cantante ,MeatLoaf invece veste i panni del precedente amante di Frank, Eddy ,che dopo un'incredibile esibizione verrà crudelmente ucciso dal suo ex e mangiato per cena da tutti gli invitati. Ora la domanda sorgerà spontanea, Ma coma fa a piacerti una cosa del genere senza un senso e senza una trama vera e propria?

A volte un film,musical o quello che sia non deve avere obbligatoriamente un intreccio comprensibile o sensato, può piacere per diversi motivi, per la bravura degli attori, per le canzoni stupende alternate a movimento e melodia, per il genere gotico e spettrale... tutto mi piace di questo musical, e poi ragazzi ascoltare una Susan Sarandon giovanissima che canta è una cosa superlativa, lo consiglio a tutti quelli che ancora non l'hanno visto... non fermatevi alle apparenze.. andate oltre!

Oppure come dice il dottor Frank, Don't judge a book by It's cover!

Dogma di Kevin Smith


Loki e Bartleby due angeli rinnegati e cacciati dal paradiso fuggono dal Wisconsin,convinti ,che una volta passati sotto l'arco di una chesa nel New Jersey ricevano la grazia divina e possano finalmente tornare a ''casa'', dovranno però vedersela con Bethany ( Linda Fiorentino) l'ultimo discendente di Cristo, una donna in crisi (mistica ed esistenziale) che non crede più in niente tanto meno negli uomini e che si troverà catapultata completamente nella mitologia cristiana. Affiancata da profeti logorroici e non, dal tredicesimo apostolo( africano) indignato con Dio perchè non compare sulla Bibbia solo perchè di colore, dall'arcangelo seccato Rickman e dalla musa Selma Hayek. Un film del 1999 che vede alla regia un giovanissimo e alle prime armi Kevin-silent bob- Smith che fu presentato a Cannes e linciato dalla critica, un film che nello stesso anno uscì nelle sale americane destando la rabbia e l'opposizione dei religiosi più conservatori e che fu considerato dalla maggioranza un vero e proprio flop. Un film sottovalutato, stravagante,sarcastico, geniale-oserei dire- , divertente e chi più ne ha più ne metta.Un film che ci mette in contatto con un mondo popolato da demoni timorosi e angeli (anatomicamente dotati come bambolotti) che si fanno beffe del clero, ma allo stesso tempo puniscono i cattivi. L'idea di vedere una muta Alanis Morrissette calata nei panni di un Dio donna che tiene nelle sue mani il potere di recuperare il peggio è sublime. Non mancano frecciatine pungenti che fanno riflettere su tutto quello che è la religione oggi, su tutto quello a cui non crediamo più o che non vogliamo credere.

Basta che funzioni - Whatever Works


Torna a grandi passi l’indistinguibile comicità di Woody Allen ad allietare le nostre sale, raccontando la storia dell’ormai sessantenne, quasi premio Nobel per la fisica, nonché zoppo e burbero (e pure un po’ filosofo) Boris Yelnichof che vive la sua vita da depresso cronico, maltrattando bambini e uomini che ritiene “vermetti senza cervello” . Più con le cattive che con le buone tenta di inculcare la cultura a suon di monologhi in tutte le teste che popolano Manhattan ( luogo carissimo al buon Woody). Si imbatte in Melody una “Miss”-issippi un po’ svampita e terribilmente ingenua che crede a ogni clichèt e al contrario è sempre molto solare e positiva. Questo incontro/scontro porterà alla formazione di un rapporto fuori dalle righe, ma che si trasformerà inevitabilmente in reciproco affetto. Non mancano le mille fobie e paranoie, tipiche di Woody Allen a popolare la mente di Boris ( “se canti tanti auguri a te per due volte mentre ti lavi le mani togli tutti i germi, lo sapevi?”) condite con le ipocondrie e il pessimismo verso l’intero genere umano. A complicare il tutto ci sarà l’arrivo dei genitori di Melody, devoti e credenti che per primi subiranno una metamorfosi. Tutto il film, infatti, tiene le sue fondamenta sulla crescita completa degli individui, sulla rinascita verso la loro vera natura. Lo stesso Boris troverà un senso a quella che credeva un’insignificante vita, mantenendo comunque la solita convinzione che qualsiasi cosa si faccia o si pensi, non importa che sia giusta o sbagliata… basta che funzioni!

Kill Bill Vol. I


Beatrix Kiddo-alias-Black Mamba (Uma Thurman) è una Sposa in cerca di una lunga e sanguinosa vendetta ai danni di Bill (David Carradine) e della sua squadra di sicari, che il giorno delle prove delle sue nozze tentano di uccidere senza pietà. Risvegliatasi dal coma La Sposa decide di combattere e di ritrovare coloro che hanno deciso di rovinarle la vita. Come un robot come una macchina desiderosa di sangue il personaggio di Uma Thurman perde qualsiasi impronta di donna, proprio come tutte le eroine, possiamo infatti osare, dicendo che Kill Bill è un omaggio contemporaneo all’epica femminile. Il film è diviso in cinque capitoli, che andranno avanti e indietro nella storia lasciando quei dubbi tipici del cinema tarantiniano, solo alla fine il puzzle riuscirà ad essere completato, quando ogni tassello sarà al proprio posto la storia avrà un vero significato. Tutto è tipico di tarantino, gli innumerevoli combattimenti corpo a corpo (chiaro riferimento al cinema nipponico delle arti marziali anni settanta
del quale Tarantino è un accanito fan) combattimenti riusciti grazie all’intervento del “ coreografo” Yuen Wo Ping (già coreografo di Matrix), i “furtarelli’’ che compie portando alla luce i mille squartamenti e spruzzi di sangue che sono una caratteristica del genere horror di dario argento, le inquadrature, i grandangoli , o gli sguardi in macchina tipici del cinema godardiano omaggiando così il cinema della novelle vague.
Non a caso Tarantino viene definito il nuovo Godard. Con un gusto per l’umorisco cinico e beffardo che caratterizza i personaggi di Kill Bill senza farci mancare l’ormai ossessiva visione di piedi femminili, che ricorderemo anche nella scena iniziale di Grindhouse- A prova di morte.
Un successo meritato questo, come d’altronde tutti i suoi lungometraggi. Un film squisitamente unico ma che allo stesso tempo contiene molti generi, come il noir, il western all’italiana, le serie tv classiche l’horror e il cinema di animazione.
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